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Tavolo aperto sull'equilibrio

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Mercoledí 16 Ottobre 2013

In ambito previdenziale il concetto di equità è generalmente associato al rapporto che intercorre tra le diverse generazioni in termini di trattamenti pensionistici. Un sistema previdenziale equo dovrebbe prevedere omogeneità di trattamento in riferimento alle diverse coorti di lavoratori che nel tempo si succedono in quiescenza. Nella realtà pensare a un sistema previdenziale che si mantenga immutato nel lungo periodo, o comunque perfettamente equo tra le diverse generazioni di pensionati, appare piuttosto utopistico. In economia non esiste il concetto di equilibrio statico, il mutamento delle variabili sottostanti porta a ragionare in termini di tendenza verso l'equilibrio, di obiettivi da raggiungere, modificando il tiro allorquando si presentano mutamenti che allontanano dai traguardi perseguiti. Rispetto all'obiettivo "equità intergenerazionale" questo discorso viene a complicarsi e amplificarsi in quanto l'orizzonte temporale di riferimento è di lunghissimo periodo, e pertanto il gestore della politica previdenziale deve fare i conti con i molteplici mutamenti di scenario che nel tempo si succedono.
Lo Stato italiano nell'arco di poche generazioni ha modificato più volte le regole del proprio sistema di calcolo passando dal contributivo al retributivo prima, salvo poi nel 1995 ritornare al precedente sistema di calcolo in funzione della flessione del bonus demografico; di fatto questo ha comportato evidenti disparità nei trattamenti per le diverse coorti di lavoratori interessati.
Verrebbe da chiedersi se in Italia, allo stato attuale, quello dell'equità intergenerazionale è un obiettivo in essere oppure no. In riferimento alla previdenza pubblica la sensazione è che l'orizzonte temporale usualmente adottato in tema di politiche economiche sia da considerarsi di troppo breve periodo perché si possa ragionare in un'ottica di riduzione delle iniquità tra le diverse generazioni. Probabilmente sarebbe utile applicare il test di solvibilità a cinquant'anni anche all'Inps e non solo alle Casse dei professionisti: in questo modo si potrebbe ragionare non solo in termini di sostenibilità della previdenza pubblica ma anche di proiezioni sui trattamenti attesi dagli attuali e dai futuri lavoratori.
Il tema dell'equità intergenerazionale, di buon senso in generale, diventa strategico in un contesto finanziario di tipo pay as you go, laddove i pensionati richiedono alle generazioni successive di sostenere gli oneri delle proprie prestazioni. Le recenti riforme della previdenza pubblica, se da un lato hanno irrobustito la sostenibilità finanziaria del sistema, dall'altro stanno di certo incidendo in termini di sostenibilità sociale: le evidenti necessità di riequilibrio, però, si scontrano con le difficoltà di intervenire coinvolgendo tutti i partecipanti al sistema, compresi i pensionandi ed i pensionati. In questo senso approfondire i temi dei diritti acquisiti e quesiti, dei diritti sostenibili, della minimizzazione delle iniquità intertemporali, sta diventando sempre più attuale ed impellente.
La Cassa dei Dottori commercialisti, fin dalla sua privatizzazione, ha sempre operato ponendo quale obiettivo primario quello della equa sostenibilità, minimizzando per quanto possibile le situazioni di squilibrio tra le diverse coorti degli appartenenti all'ente. Dieci anni prima che venisse imposto per legge, la Cnpadc ha sviluppato una riforma finalizzata alla tenuta dei conti, in maniera che le prestazioni attese fossero realmente sostenibili e non venisse promesso ai neo-iscritti un qualcosa che poi non si sarebbe potuto mantenere. L'intervento a garanzia della serietà probabilistica della promessa previdenziale è stato sviluppato tentando di coinvolgere in maniera equa tutti i soggetti appartenenti al sistema: il nuovo metodo di calcolo introdotto nel 2003 risulta certamente più equilibrato e meno generoso del precedente, pertanto da una parte è stato previsto un contributo di solidarietà a carico dei pensionati, dall'altra sono state implementate misure premianti in particolare per i più giovani e per gli iscritti post-riforma. Lo scopo è far si che, nel più breve tempo possibile, vi possa essere una direzione di allineamento per i tassi di sostituzione di tutti gli iscritti. Tale obiettivo, di per sé molto complesso da perseguire, sta incontrando nella realtà ulteriori complicanze: le azioni sviluppate in questi 10 anni si son dovute spesso scontrare con elementi esogeni riconducibili alle istituzioni che dovrebbero accompagnare questo tipo di processo. Ad esempio alcune interpretazioni giurisprudenziali della riforma Cnpadc sono andate a minare i processi di riequilibrio tramite una valutazione esasperata del concetto di diritto acquisito: in questo forse le riforme previdenziali, oltre alle approvazioni dei competenti ministeri, necessiterebbero di appropriati provvedimenti legislativi che ne possano blindare gli effetti. Un ulteriore elemento di complicanza è rinvenibile nelle recenti evoluzioni (o meglio involuzioni) del rapporto di collaborazione tra le Casse e lo Stato laddove quest'ultimo continua ad alimentare l'equivoco sulle Casse privatizzate: enti privati rispetto alle responsabilità e alle imposizioni fiscali ovvero enti pubblici allorquando emergono provvedimenti volti a incrementare le richieste finanziarie da riversare sui conti dell'Erario.
L'equità intergenerazionale deve essere la stella polare per il gestore del sistema previdenziale, tale obiettivo richiede, nel lungo periodo, continui sforzi gestionali oltre che periodici interventi correttivi con eventuali sacrifici da parte di tutti i partecipanti. Condizione necessaria, anche se non sufficiente, per il raggiungimento di tale scopo è la coerenza dell'impianto normativo e delle sue interpretazioni; oltre a ciò, per le Casse, si avverte la necessità anche di un chiaro ed equo rapporto con lo stesso Stato che nel 1995 ha loro affidato un compito così gravoso. Bisognerebbe pertanto intervenire al più presto e col massimo sforzo per rimuovere gli attuali ostacoli affinché le Casse possano perseguire l'ambizioso obiettivo di garanzia di sostenibilità ed equità tra le generazioni.
  CONTINUA ...»

Mercoledí 16 Ottobre 2013
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